Le stazioni di servizio
La struttura delle stazioni di servizio lungo la Route 66 si modifico’ negli anni per adattarsi alle diverse esigenze della clientela ed alle strategie di marketing delle compagnie petrolifere.
Queste ultime svilupparono i loro prototipi in installazioni campione e poi estesero la tipologia scelta in tutti gli angoli del paese contribuendo cosi’ ancora di piu’ alla sua totale omologazione. La filosofia corrente era che le stazioni di servizio dovevano essere immediatamente ed inequivocabilmente identificabili come distributori di carburanti e con le insegne della compagnia ben in vista, sia per attirare i clienti che per rassicurarli.
Questo provoco’ la nascita di strutture delle piu’ varie fogge e colori ma in fondo molto simili tra loro negli stessi anni. Comunque il tipo fatto a casetta con tettoia fu prevalente finche’ le stazioni di servizio non cominciarono a vendere altri prodotti come gomme, batterie ed accessori vari ed a riparare anche le auto come negli anni della Grande Depressione.
Lungo il percorso della Route 66 si potevano trovare esempi di tutti questi stili, la casetta, la casetta con tettoia e anche con il garage per le riparazioni, fino al 1970 quando il prezzo della benzina aumento’ improvvisamente e mise fuori mercato anche le ultime stazioni di servizio costruite nel decennio precedente.
Le prime strutture per la distribuzione della benzina furono le pompe a caduta a fianco della strada ma quasi tutte erano gia’ scomparse negli anni ’20. Nel 1915 erano state introdotte quelle a pompaggio manuale e con il serbatoio interrato che si trovavano sui marciapiedi davanti ai negozi di alimentari che cominciarono a vendere anche benzina.
Originariamente il carburante veniva venduto nei Drug Store dentro piccole taniche che servivano per riempire il serbatoio, le nuove pompe rappresentarono un grande progresso anche in termini di sicurezza.
Nel 1920 una ordinanza dei vigili del fuoco decreto’ la definitiva scomparsa dei primi distributori che sopravvissero ancora per poco nelle campagne.
Mentre le pompe originali sono ormai solo nei musei, si possono ancora incontrare distributori che risalgono ai primi anni della Route 66, spesso costruiti con uno stile che richiama le case circostanti come il Funk’s Grove County Store in Illinois ed il Budville Trading Company in New Mexico. Questa particolarita’ deriva dal fatto che gli edifici originali erano nati per altri scopi e solo in un secondo tempo furono adibiti alla vendita di benzina.
Tutti i punti di rifornimenti nei primi anni del secolo si trovavano sul ciglio della strada mentre i primi distributori Drive-In indipendenti introdussero notevoli innovazioni. Prima del 1915 solo pochi automobilisti usavano l’auto quando il tempo era inclemente poiche’ si trattava di mezzi scoperti. Cosi’ le macchine venivano riposte d’inverno e la vendita di benzina era un affare stagionale, 6 – 8 mesi all’anno e comunque poco lucroso. L’avvento di auto chiuse, utilizzabili praticamente tutto l’anno, fece diventare il carburante un prodotto appetibile ed al quale dedicare apposite strutture, specificatamente adattate alle funzioni da svolgere.
Cosi’ nacquero i distributori come li conosciamo oggi, un’area dedicata fuori dalla sede stradale e con le caratteristiche rampe di accesso. Originariamente i distributori non furono molto diversi dalle rivendite di legname o carbone con strade di ingresso fangose o ghiaiate. I simboli delle compagnie petrolifere che ancora oggi richiamano la pompa della benzina derivano da quel periodo nel quale non era facile capire dove poter rifornirsi.
Dopo il 1920 le compagnie petrolifere trasferirono i loro punti vendita alla periferia delle citta’, infatti la necessita’ di spazio era diventata impellente ed il costo del terreno importante. Per lo piu’ acquistarono i lotti all’incrocio delle strade in modo da avere l’accesso da due parti. Lo sviluppo delle citta’ presto inglobo’ queste aree nel tessuto urbano cosi’ i distributori furono obbligati ad assumere un aspetto gradevole o almeno accettabile, consono al quartiere nel quale si trovavano.
Le societa’ studiarono stili che, senza ridurre la funzionalita’ e la riconoscibilita’ della stazione di servizio, la rendessero gradita ed accettabile dal vicinato. I piu’ comuni erano cottage con a volte tetto spiovente o a cupola, finestre all’inglese e finiture tese a richiamare gli edifici federali.
Percorrendo la Route 66 si possono vedere esempi di tutta l’evoluzione dei distributori, dai piu’ semplici a Phelps in Missouri, a McLean, in Texas ed in Oklahoma, ai piu’ sofisticati come a Chandler sempre in Oklahoma.
Anche se loro funzione base rimane quella di vendere benzina le stazioni di servizio vollero assomigliare sempre di piu’ a case per amalgamarsi con l’ambiente circostante. Spesso l’aggiunta di una tettoia volle simulare la veranda delle case vittoriane.
Dopo il 1925 in molti distributori divenne possibile anche lavare la macchina, questo obbligo’ i gestori ad asfaltare l’area e le rampe di accesso e spesso anche a rialzare il terreno in modo da permettere il drenaggio dell’acqua. Volendo prestare gli stessi servizi anche d’inverno cominciarono ad apparire coperture prefabbricate mobili o no. In pratica negli anni ’30 l’edificio principale delle stazioni di servizio era quasi sempre affiancato da due box, uno per il lavaggio e l’altro per il cambio dell’olio e la manutenzione.
Notevole e’ l’esempio che si trova ancora ad Afton, Oklahoma, con originali decorazioni in stucco.
La Depressione provoco’ inoltre notevoli cambiamenti nell’aspetto e nell’organizzazione delle stazioni di servizio. Per contrastare la diminuzione nella vendita della benzina provocato dalla crisi economica, molte compagnie si videro costrette ad ampliare il numero dei prodotti offerti ed a predisporre ampie vetrine per l’esposizione di gomme,. batterie e accessori vari alla clientela di passaggio. L’originale punto vendita del carburante si venne arricchendo sempre piu’ di altri prodotti e servizi adattando di conseguenza la sua conformazione ed il suo aspetto esteriore.
Mentre durante gli anni ’20 lo stile costruttivo dei distributori di benzina era volto principalmente a ridurre il loro contrasto con il paesaggio urbano, negli anni ’30 invece le compagnie petrolifere cercarono di enfatizzarne la visibilita’ anche perche’ ormai si erano spostati per lo piu’ in zone periferiche. I tetti divennero a terrazza e l’ufficio centrale fu collegato con le aree per i servizi. Le vetrine divennero grandi e le pareti a stucco o in mattoni furono dipinte con i colori della compagnia per facilitarne una immediata riconoscibilita’. Decorazioni in terra cotta diventarono popolari negli anni ’30 mentre la porcellana domino’ gli anni ’40 e ’50 permettendo decorazioni a colori vivaci molto visibili anche nelle ore notturne grazie all’impiego massiccio di tubi al neon.Infatti molti distributori cominciarono a restare in servizio 24 ore su 24.
L’impiego di elementi prefabbricati e la standardizzazione imposta dalle compagnie petrolifere ridussero drasticamente i costi di costruzione e permisero di allestire punti vendita molto rapidamente, eventualmente spostandoli se il luogo non si rivelava sufficientemente proficuo.
Tutte i componenti furono scelti in modo da ridurre al minimo le esigenze di manutenzione. I materiali originali come legno e acciaio vennero progressivamente sostituiti con materie plastiche che gia’ negli anni ’60 costituivano la gran parte delle decorazioni esterne delle stazioni di servizio.
Lungo la Route 66 si ha modo di apprezzare tutta l’evoluzione delle stazioni servizio, dalle classiche decorate in porcellana a Ask Fork e Winslow in Arizona, Chenoa e Calinville in Illinois cosi’ come in New Mexico ed in Texas. Purtroppo in alcuni casi le piastrelle sono state rimosse e l’edificio si trova oggi in cattive condizioni ma ancora in uso.
Negli anni ’50 e ’60 le compagnie petrolifere imposero una quasi totale omogeneita’ negli stili delle stazioni di servizio per incrementarne ulteriormente la visibilita’ e la riconoscibilita’, solo pochi distributori indipendenti conservarono caratteristiche uniche e specifiche.