15-7-11, WILLIAMS (Arizona): OMAGGIO AL CRUISER’S CAFE
Tra gli elementi che concorrono al fascino della Route 66 c’è ovviamente quel senso di tempo sospeso, di abbandono da parte del Sovrano. Il silenzio alla fine del rombo. La sonnacchiosa attesa di non si sa bene cosa. Molti dei centri che attraversiamo portano questo segno.
Poi ogni tanto si sfocia in un posto – città, paese, borgo – che invece issa le insegne della reazione all’abbandono, del cambio di passo. Cavalcare il Culto. Il viaggiatore si sofferma inebriato, divertito; e realizza che il limbo finirà, che sul monumento al VINTAGE che la 66 è – in sommo grado! – il concorso di tante energie sparse sta riaccendendo riflettori.
WILLIAMS è uno di quei posti, te ne accorgi subito. Poco più che il corso principale che l’attraversa; ma dove tutto è una scenografia irresistibile. E al centro di tutto il CRUISER’S CAFE. Luogo multiuso: bar, ristorante/diner, emporio di gadget a tema. C’è un “fuori”, dove un cantante chitarrista in cappello a larghe falde fa la colonna sonora sotto la pensilina della ex stazione di servizio, sormontata da una scintillante auto rossa; e c’è un “dentro” incastonato di cimeli, pavimento a quadroni bianchi e neri. E poi c’è la Restroom, obbligatoria.
Disinibita quella delle signore, velata da tendine; macho quella degli uomini, dove il paravento al vespasiano è uno sportello d’auto, e John Wayne autografato presenzia alla cerimonia per cui si è lì.
La vita riserva queste piccole delizie.
Mario Conti